4 falsi miti sulla Mindfulness
Di che cos’è la Mindfulness e del perché è utile praticarla, ne abbiamo già parlato negli articoli precedenti. Vediamo ora quali sono i 4 falsi miti sulla Mindfulness che in molte persone rappresentano una importante barriera all’avvicinarsi ad essa o al praticarla con costanza.
La Mindfulness permette di “svuotare la testa”
Molte persone si aspettano, tramite la pratica della Mindfulness, di liberarsi da tutti i pensieri e le preoccupazioni. Uno tra i principali falsi miti sulla Mindfulness consiste quindi nell’idea che permetta di “svuotare la testa”.
Generando un sentimento di fallimento per la propria incapacità di svuotare la mente, questa aspettativa può rendere spiacevole e quindi allontanare dalla pratica della Mindfulness.
In realtà, la Mindfulness ci aiuta a renderci conto di come la nostra mente produca costantemente pensieri, anche quando non li ascoltiamo e non ci accorgiamo della loro presenza. In altre parole, ci permette di osservare il nostro continuo chiacchiericcio mentale.
Al contempo, la Mindfulness ci permette di renderci conto che i pensieri sono solo pensieri, non sono la realtà, e di coltivare la capacità di lasciarli andare, senza aggrapparsi ad essi e interrompendo il rimugino.
La Mindfulness è un modo per rilassarsi
Un’altra aspettativa nei confronti della Mindfulness è legata al rilassamento come risultato della pratica. Ancora una volta, questo falso mito può portare la persona che sta praticando a credere di stare sbagliando qualcosa se non si rilassa durante la pratica.
È allora bene tenere presente che, per quanto il rilassamento sia in alcuni casi un normale “effetto collaterale” della pratica, non è detto che si presenti sempre.
A volte, al contrario, la pratica della Mindfulness può generare sensazioni spiacevoli come impazienza, irrequietezza, frustrazione. Oppure può “costringerci” a stare con emozioni e sensazioni spiacevoli che erano già attive prima di iniziare e che non si placano meditando.
La Mindfulness rende impassibili
Il terzo dei falsi miti sulla Mindfulness si ricollega un po’ ai due precedenti. Da un lato, praticando la Mindfulness ci si aspetta di svuotare la mente, dall’altro di rilassarsi e di non provare più sensazioni ed emozioni spiacevoli.
In qualche modo, l’aspettativa è che tramite la Mindfulness si possa allenare la capacità di non farsi scalfire da niente e nessuno.
Ciò che la Mindfulness ci permette di fare, al contrario, non è tanto non provare emozioni o sensazioni spiacevoli, ma piuttosto aumentare la nostra tolleranza ad esse, ossia la nostra capacità di viverle appieno.
Con la pratica della Mindfulness, impariamo infatti a stare con con quello che c’è nel momento presente, senza cercare di cambiare in ogni modo la nostra esperienza, piacevole o spiacevole che sia.
Praticare la Mindfulness significa convertirsi ad una nuova religione
La Mindfulness trae origine dalle pratiche contemplative orientali, e per questo motivo molte persone continuano a vederla – così come altre forme di meditazione o lo yoga – come strettamente associata alla spiritualità.
Come pratica, la Mindfulness affonda le radici nella naturale capacità umana di sentire e focalizzarsi sul momento presente, e in Occidente è stata spogliata dalle sue vesti religiose.
In altre parole, la Mindfulness è per tutti e può essere praticata da chiunque voglia coltivare il proprio benessere fisico e mentale.
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