La Mindful Eating funziona?
«La Mindful Eating funziona?»
Come spesso accade di fronte a domande di questo tipo, l’unica risposta che si può dare è: «Dipende».
Ognuno di noi è infatti diverso, e prima di chiedersi se la Mindful Eating funzioni è allora fondamentale chiedersi quali siano i propri bisogni e le proprie aspettative nei confronti di questa pratica.
Cosa ci si aspetta che la Mindful Eating permetta di cambiare? In quali ambiti ci si aspetta di ottenere miglioramenti?
Oltre a questo, è importante capire cosa significhi praticare la Mindful Eating. La stessa definizione ci permette infatti di farci un’idea di quale sia lo scopo di questo particolare approccio all’alimentazione, e di riflesso di quali siano gli obiettivi che la Mindful Eating può concretamente aiutarci a raggiungere.
In poche parole, Mindful Eating significa fare scelte alimentari consapevoli, basate sulla capacità di riconoscere i segnali di fame e sazietà fisici e psicologici. Ma significa anche prestare attenzione al momento presente mentre si mangia, notando le sensazioni sensoriali generate dal cibo, così come le proprie risposte fisiche ed emotive al cibo.
Vediamo allora se e in quali contesti la Mindful Eating funziona.
Mindful Eating e perdita di peso
Molte persone che si approcciano alla Mindful Eating hanno un lungo passato di diete, e portano con sé l’aspettativa di perdere peso.
Il ruolo giocato dalla Mindfulness e della Mindful Eating all’interno di interventi per la perdita di peso è tuttavia ancora poco chiaro e controverso (Warren et al., 2017). La perdita di peso potrebbe essere semplicemente un effetto collaterale del cambiamento delle abitudini alimentari, che non si registra però in tutti coloro praticano la Mindful Eating, in quanto connesso al “peso naturale” dell’individuo (ossia quel peso che viene mantenuto senza regole rigide da seguire, senza pensare sempre al cibo e con serenità).
Se l’obiettivo è la sola perdita di peso, allora, potremmo dire che la Mindful Eating non funziona. Il che non dovrebbe stupire, considerando che la Mindful Eating si colloca tra i cosiddetti approcci anti-dieta, volti al miglioramento della salute senza concentrarsi sulla perdita di peso come risultato.
Mindful Eating e fame emotiva
Un altro motivo per cui molte persone si avvicinano alla Mindful Eating è la fame emotiva. L’aspettativa, in questo caso, è di eliminare e/o di imparare a gestire l’impulso a mangiare in risposta ad emozioni spiacevoli.
La fame emotiva, tuttavia, è una fisiologica (si legga: naturale) strategia di regolazione delle emozioni, che fa parte della nostra esperienza con il cibo sin da bambini. Essa non rappresenta quindi il problema, e non necessita quindi di essere gestita. Ciò che necessita di essere gestito, tutt’al più, sono le emozioni che la alimentano.
La pratica della Mindful Eating, ed in particolare della Mindfulness, aiuta a prendere consapevolezza di tali emozioni, con i pensieri e le sensazioni associate. Questa presa di consapevolezza gioca poi un ruolo chiave nella loro gestione, permettendo di sospendere le reazioni automatiche ad essi, come ad esempio il mangiare in maniera impulsiva e inconsapevole in risposta all’emozione.
Prendendo in considerazione la fame emotiva, possiamo allora dire che la Mindful Eating funziona (Warren et al., 2017): la consapevolezza aiuta infatti a distinguere la fame emotiva dalle altre spinte a mangiare, creando lo spazio per decidere cosa sia meglio fare in un determinato momento per gestire l’emozione.
Mindful Eating e ascolto del corpo
Alcune delle persone che approcciano la Mindful Eating hanno invece il desiderio di lasciare andare una volta per tutte gli schemi e le regole alimentari, per fare spazio e affidarsi alle proprie sensazioni di fame e sazietà.
Il continuo ricorso a diete, che guidano dall’esterno le scelte alimentari indicando cosa, quanto e quando mangiare, rende infatti difficoltoso il riconoscimento e l’ascolto delle sensazioni corporee.
Tramite pratiche di meditazione sul corpo ed esercizi mirati, la Mindful Eating aiuta infatti a riconnettersi con il proprio corpo e con i segnali di fame e sazietà, distinguendoli da tutte le altre sensazioni fisiche e spinte psicologiche che inducono a mangiare e a smettere di mangiare.
Se l’obiettivo è (re)imparare ad ascoltarsi e mangiare con maggiore spontaneità, possiamo quindi dire che la Mindful Eating funziona (Warren et al., 2017).
In fin dei conti, se l’obiettivo generale è sviluppare un rapporto più sereno e rilassato con il cibo e con il proprio corpo, la Mindful Eating funziona. Eccome se funziona.
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Fonte:
Warren, J. M., Smith, N., & Ashwell, M. (2017). A structured literature review on the role of mindfulness, mindful eating and intuitive eating in changing eating behaviours: effectiveness and associated potential mechanisms. Nutrition research reviews, 30(2), 272-283.